La tortura nel mondo: un deliberato attacco alla dignità umana La tortura è un fenomeno semi-clandestino: fino a quando non viene inchiodato dalle “immagini”, nessun governo ammette che nel suo paese sia praticata la tortura. Del resto nessuna legge, nazionale o internazionale, la permette o giustifica. La tortura è una violazione dei diritti umani vietata, dunque, ma non impedita.In 132 paesi del mondo si tortura per estorcere confessioni, punire reali o presunti colpevoli di reati, imporre disciplina o supremazia psicologica, seminare il terrore.
La tortura è, dal punto di vista chi la usa, un metodo estremamente efficace: anche quando non uccide, incute paura e annichilisce. Il suo obiettivo ultimo non è la morte della vittima ma il suo annientamento come essere umano, l’annullamento della sua personalità, dignità, individualità. Non a caso, le conseguenze psicologiche e sociali della tortura sono ben più profonde e difficili da cancellare di quelle fisiche.La tortura esiste perché fa parte di un vero e proprio “sistema”, fatto di azioni (l’ordine di torturare, la “formazione” del torturatore, l’atto della tortura, la supervisione da parte di un medico) e di omissioni (la negazione delle responsabilità, le mancate indagini, l’assenza di punizioni) e reso possibile da una parola-chiave: impunità, ovvero quel meccanismo per cui i responsabili della tortura non vengono puniti e le vittime della tortura non ottengono giustizia.
Dal 2000 Amnesty International porta avanti una campagna mondiale contro la tortura, per portare alla luce, denunciare e fermare questa terribile violazione dei diritti umani; ripetendo ancora una volta: “Non sopportiamo la tortura!”.
dal sito www.amnesty.it
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