Li chiamano animali “da pelliccia” per il loro manto; ogni anno nel mondo oltre 30 milioni di visoni, ermellini, volpi, zibellini, scoiattoli, lontre, castori e altri animali, vengono uccisi negli allevamenti intensivi o catturati allo stato selvatico con le trappole, in nome di una moda crudele: la pelliccia. Un capo di abbigliamento che nasconde la sofferenza di tanti animali: per confezionare una pelliccia di visone sono necessari fino a 54 animali, per una di volpe 24, per gli ermellini si arriva fino a 200 esemplari. I metodi di uccisione di questi animali sono veramente crudeli: dalla camera a gas alla rottura delle ossa cervicali, dalla corrente elettrica ai colpi sul muso e sulla nuca. Ma anche la loro breve vita negli allevamenti intensivi è fatta soltanto di sofferenza e privazioni: sono richiusi, singolarmente, in gabbie piccolissime con il fondo in rete metallica che lacera loro le zampe, e in inverno, per far sì che il loro pelo diventi più folto, sono tenuti sempre al gelo; allo stesso modo, non disponendo di una copertura, d’estate sono costretti a rimanere sotto il sole, il che li porta molto spesso alla morte per disidratazione. Inoltre, a causa dello stress dovuto all’isolamento forzato in spazi ridottissimi, spesso si verificano fenomeni di aggressività verso i propri simili e di automutilazioni degli arti.
La campagna della LAV
Dal 1992 siamo impegnati in una forte campagna di sensibilizzazione grazie alla quale abbiamo informato milioni di donne sulla crudeltà e sulla violenza nascosta dietro una pelliccia, determinando la crisi del settore della pellicceria, salvando così la vita di oltre 15 milioni di animali. Abbiamo chiesto la chiusura dei 50 allevamenti italiani e la loro riconversione in attività che non prevedano lo sfruttamento degli animali e siamo riusciti ad ottenere una legge che vieterà dal 2008 l’allevamento in gabbia dei visoni. Siamo membri della FUR FREE ALLIANCE , un coordinamento di associazioni finalizzata allo sviluppo di azioni contro le pellicce a livello internazionale, prime fra tutte la Campagna contro le pellicce di cane e gatto. Nonostante i grandi risultati ottenuti, è ancora lungo il cammino per porre fine allo sfruttamento degli animali da pelliccia; per questo sarà sviluppata ulteriormente la campagna informativa verso le donne italiane e saranno realizzate nuove azioni contro l’uccisione degli agnelli Karakull e lo sterminio di milioni di cani e gatti.
Responsabile Campagna Pellicce: Roberto Bennati
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